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RISTORANTE 
PARADOSSI IDENTITARI
Macerino-TR (2006) 
con Federico Regno                                                                                                                                                                                                      

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Macerino, borgo medievale situato a Sud-ovest di Spoleto, tra le alture di Colle fisco e Colle vallettaia, fu uno dei primi castelli edificati dagli arnolfi, antica famiglia feudale che possedette un vasto territorio compreso tra Spoleto, Terni, Narni e Todi.Agli inizi degli anni 80 come in altre località simili umbre, dopo il fenomeno dello spopolamento è iniziato un processo di trasformazione indotto dalle sue valenze turistico ricettive che ne hanno permesso l'intero recupero.
Attualmente la sua identità è completamente mutata, e il borgo ormai è costituito per intero da case vacanza, affittacamere e residenze estive.
Lo sviluppo economico conseguente a questa nuova definizione ha portato all'esigenza di individuare aree per nuovi insediamenti turistico ricettivi che hanno fissato, paradossalmente, l'unica espansione possibile.
I'intervento che qui si presenta riguarda un villaggio turistico realizzato in un area destinata ad attività ricettiva extralberghiera a ridosso del borgo medievale.
Il contesto storico e paesaggistico, le caratteristiche del lotto visto la sua ardita destinazione urbanistica, le dimensioni dell'intervento in rapporto al nucleo storico nonostante sia coinvolto il cono visivo meno importante, hanno caricato il progetto di responsabilità legate ad esigenze di integrazione.
Per ottenere un inserimento il più discreto possibile, Il progetto si è basato sull'idea di far emergere come segno visivo, un insieme di terrazzamenti (sistemazione suggerita anche dal terreno in pendio del lotto) realizzati con la pietra del luogo, scaglia rossa, cercando una assonanza con i muri a secco degli uliveti che costituiscono un segno antropico forte del territorio e con l'architettura del borgo. 
Si è perseguito questo riferimento cercando di evitare uno sterile dialogo con il paesaggio e la storia dell'architettura, nonostante la rigida normativa e l'applicazione pedissequa di questa da parte dei tecnici comunali che, in Italia spesso obbligano il progettista a rinunciare alla contemporaneità.

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